Non so se mi irrita di più il siparietto di Berlusconi con l’impiegata a Mirano, la compiacenza dell’impiegata medesima, la complicità ridanciana del pubblico, l’esterrefazione scandalizzata che circola in rete. Papi è di nuovo fra noi, ed è inutile chiedersi com’è possibile o come mai non si vergogna: è possibile precisamente perché non si vergogna, e non si vergogna perché sono invece i suoi avversari a vergognarsi di mettere pesantemente sul piatto della campagna elettorale il cosiddetto sexgate degli anni scorsi. Del quale nessuno parla, come fosse un tabu. Consegnato al giudizio penale, archiviato dal giudizio politico. Lo scandalo è questo, non che lui, Papi, ne approfitti con la solita astuzia. Il problema è questa archiviazione pubblica, non che lui, Berlusconi, tiri fuori dal suo archivio privato lo sguardo sul lato b e le allusioni sugli orgasmi della malcapitata di turno o le battute sempreverdi su Rosy Bindi contrapposta a Nicole Minetti.
Non un secolo ma solo due anni fa il discorso pubblico era invaso dal sultano del bunga bunga, dai procacciatori di escort e dai sistematori di veline, dalle denunce di Veronica i racconti di Patrizia e le bugie di Ruby. C’era molto di autentico, nelle tante che seppero leggere nel dispositivo di sessualità il sistema di potere e nei pochi che seppero prendere le distanze dall’uomo oltreché dal premier e dal modello di virilità oltreché dal modello di governo. Ma c’era anche molto di provvisorio nei tanti che sotto il peccato morale e il reato penale non seppero vedere il sintomo politico di un regime del godimento radicato in profondità e difficile da estirpare senza uno scavo altrettanto profondo. Invece venne lo spread e cancellò tutto, venne la sobrietà e coprì tutto. Terremotata dalla sessualità, la politica trovò il modo di immunizzarsene per via tecnocratica. Tutto finito, o tutto rimosso?
Le rimozioni, come le bugie, hanno le gambe corte. Papi infatti è di nuovo fra noi. Si è ripresentato con una verniciatura perbene, con una nuova fidanzata “bella fuori e dentro e soprattutto di sani principi”, un nuovo nipote e tante scuse per le intemperanze dovute all’abbandono di Veronica, colpa sua che l’aveva lasciato solo. Ma non resiste alla tentazione e torna a bomba, sguardo obliquo sul lato b e conta degli orgasmi sul pallottoliere dell’immaginario maschile. Non si vergogna perché sa che può contare sulla connivenza della platea di Mirano che ride e sulla complicità di una platea ben più ampia che sorride. Dopo la penitenza dei tecnici, un pizzico di godimento fa perfino più gola di prima, e recupera perfino più voti della restituzione dell’Imu.
Mi vado sempre più convincendo che il vero problema non è Berlusconi… il vero grande problema è una larga parte degli italiani. Purtroppo, nel nostro Paese c’è tanta gente che si sente ben rappresentato da questo giullare in chiave moderna. Lui ha la capacità mediatica di convincere molti italiani che molti vizi non sono altro che virtù e che chi non le apprezza è solo per invidia…
Purtroppo, sottolineo purtroppo, ogni popolo ha il governo che si merita ! Noi ce lo siamo meritato per quasi vent’anni e siamo sulla buona strada per…. INGUARIBILI !
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Ci vuole un nuovo “se non ora quando” di proporzioni oceaniche, uno tsunami…
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Solo una donna colta e di sinistra come te può fare l’analisi politica dell’essenza del berlusconismo e del suo consenso.Abbiamo bisogno di te nei luoghi dove dove si dovrebbe provare a fare una analisi della realtà per elaborare un nuovo pensiero politico.Purtroppo la crisi della politica continua.A proposito dove sono finite le donne di “se non ora quando”? Baci Elena Bova
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Ciao Elena! Un grande abbraccio e grazie, i.
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