Vista l’aria che tira sull’elezione del Presidente della Repubblica, le miserie che sono volate su candidature come quella di Anna Finocchiaro e l’incantamento che suscitano candidature come quella di Milena Gabanelli, mi permetto di far notare due cose. Uno, l’elezione del presidente della Repubblica non è un gioco di società. Due, la carica di presidente della Repubblica non è adatta a chiunque. Non basta che una o uno ci piacciano o ci siano simpatici. Non basta saper toccare delle corde emotive parlando di tutte le vittime della Terra o denunciando tutti i potenti della Terra, pur meritoria cosa. Io al Quirinale vorrei uno/a che a) conosca molto bene la Costituzione di cui deve essere supremo garante, b) che abbia ben presente nella testa la storia politica della Repubblica (prima e seconda), c) che sappia declinare in modo soddisfacente il rapporto fra politica e giustizia e quello fra diritti sociali e libertà, d) che conosca regole e procedure della politica ”ufficiale” e dunque non sia arrivato l’altro ieri in parlamento, e) che dato che sta lì per sette anni non approfitti di se stesso/a per trasformarci in una repubblica presidenziale senza adeguati contrappesi. Stop. Esistono candidati/e così? Sì, esistono, p.es. Stefano Rodotà, e non c’entrano niente con le favole sulla società civile più buona e più onesta della ‘casta’.
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Condivido riga per riga. Bravissima Ida.
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grazie giuliana
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Condivido perfettamente i criteri da te suggeriti per la scelta del presidente della repubblica e proprio perché li condivido anche la mia scelta sarebbe Stefano Rodotà.Io ho avuto modo di conoscerlo negli anni 70/80′, durante una delle tante elezioni,nel momento in cui si impegnava nelle campagne elettorali.Una persona retta,al di sopra di atteggiamenti populisti,un intellettuale che pensava quel che diceva e faceva quel che pensava.Una personalità di qualità che infonde fiducia per la sua onestà intellettuale e per la vicinanza ai problemi di precarietà delle persone che hanno più bisogno.
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Rodotà? Magari … Con tutto il rispetto per la sua statura professionale, avrei da eccepire persino nel merito della candidatura Gabanelli. Non credo di esagerare nel ritenerla elemento strategico di una costellazione ultra liberista e neoconservatrice: dalla campagna contro il contante al proclama neo-nazionalista a favore dei “duemarò”.
Antonello Pizzaleo
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Sì, ci vuole sapienza politica .Credo e dico da tempo che Stefano Rodotà potrebbe incarnare con pienezza il nostro modello costituzionale. Purtroppo questo è un Paese che non ha perso il buon senso, ma è riuscito a smarrire il senso comune.
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cara Ida,
tra le donne adatte a questo ruolo mi è venuta in mente Elena Paciotti, forse non costituzionalista, ma certo ottima garante dei valori costituzionali
un abbraccio, Paola
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ottima, di sicuro, ma non passerebbe mai, te lo garantisco, per l’insipienza dei politici. Così pure Lorenza CArlassarre, stimatissima costituzionalista che farebbe egregiamente quel lavoro..
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Bravissima Ida. Sarebbe anche da ricordare l’infondatezza del mantra sul Presidente della Repubblica rappresentante di tutti i partiti. Il Presidente è “terzo” in quanto garante della Costituzione, e non in quanto equidistante rispetto ai partiti che lo eleggono. Tra parentesi, credo che storicamente siano stati pochi i Presidenti eletti a grandissima maggioranza dall’assemblea. Questo a testimoniare che quella che il Pdl ed il Pd vogliono far passare come una legge di natura, in realtà non è nemmeno una consuetudine. Possibile che nessuno – tranne te e pochi altri – scrive queste cose?
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Una curiosità, ma perchè non EMMA BONINO ???? Mi pare rientri in tutti e 5 i criteri tanto quanto Rodotà, ma in più è donna, ed ha una storia politica anche di maggior spessore ! O è proprio questo il freno ? Fate ipotesi su persone sconosciute ai più come Paciotti e Carlassarre e obliate il nome più ovvio che sembra nessuno abbia il coraggio di fare proprio. Non è che forse il problema della Bonino è che sarebbe davvero equidistante, ma non neutrale ? Rodotà in questo senso rappresenta un ipotesi di maggior neutralità, ma se è questo il punto diciamolo.
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Non ho niente contro Emma Bonino e sarei felice, lo dico sinceramente, se venisse eletta: è una donna libera, una politica instancabile e una europeista convinta. La mia preferenza va tuttavia a Rodotà per le maggiori garanzie che mi dà su alcune questioni non secondarie (diritti sociali, lavoro e welfare), per il grande contributo che ha dato alla stesura della Carta europea dei diritti e, non ultimo, per la sua specifica competenza in materia di democrazia rappresentativa e democrazia elettronica, un terreno sul quale il M5S ci obbliga a lavorare con urgenza.
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L’esito delle quirinarie grilline racconta due cose. Che i votanti (pochi) oltre che “smanettoni” (come tanto ci piace dipingerli) si confermano teledipendenti e che “a pensar male si fa peccato” ma alle volte ci si prende, come suggeriscono i compagni di Contropiano. http://bit.ly/15m0hC0 Navigando di fantasia non sarebbe stato male vedere Gino Strada a capo delle forze armate ma la Repubblica Italiana non è fatta di quella materia. Il nome citato (Rodotà) sarebbe perfetto così come il punto e), ultimo ma non meno importante, perché sarà proprio su quello che si giocheranno i destini della scelta e se/quando Rodotà non verrà votato entreranno in scena le “colpe”, da rimpallarsi tra Pd e M5s con nuove nubi a mascherare il “senso” del politico. C’è sempre da sperare… My two cents.
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